Docs Italia beta

Documenti pubblici, digitali.

1. Introduzione

Le Linee Guida individuano le tecnologie e gli standard che le Pubbliche Amministrazioni devono tenere in considerazione durante la realizzazione dei propri sistemi informatici, al fine di permettere il coordinamento informativo e informatico dei dati tra le amministrazioni centrali, regionali e locali, nonché tra queste e i sistemi dell’Unione Europea, con i gestori di servizi pubblici e dei soggetti privati.

Le Linee Guida assicurano l’aggiornamento rispetto alla:

  • evoluzione della tecnologia;
  • aderenza alle indicazioni europee in materia di interoperabilità;
  • adeguatezza alle esigenze delle pubbliche amministrazioni e dei suoi utenti;
  • adozione da parte di tutti i soggetti, pubblici e privati;
  • adeguatezza dei necessari livelli di sicurezza.

Le Linee Guida contribuiscono alla definizione del Modello di Interoperabilità della PA (in breve ModI), focalizzandosi sulle tecnologie e le loro modalità di utilizzo, per assicurare lo scambio di dati tra le PA, e tra queste e i soggetti privati; in esse sono definiti i contesti di interazione e integrazione tra le PA, i cittadini e le imprese.

La definizione del ModI è coerente con il nuovo European Interoperability Framework (in breve EIF) oggetto della Comunicazione COM (2017) 134 della Commissione Europea del 23 marzo 2017 [1], al fine di assicurare l’interoperabilità nel contesto Europeo e per l’attuazione del Digital Single Market (Mercato Unico Digitale).

Nell’ottobre 2005 il CNIPA (oggi Agenzia per l’Italia digitale - AgID) ha pubblicato un insieme di documenti che costituivano il riferimento tecnico per l’interoperabilità fra le PA. Tali documenti delineavano il quadro tecnico-implementativo del Sistema pubblico di cooperazione (SPCoop), il framework di interoperabilità a livello applicativo adottato dalle PA.

Le Linee Guida, e più in generale il ModI, completano il processo di aggiornamento del SPCoop avviato con la determinazione AgID 219/2017 - «Linee guida per transitare al nuovo modello di interoperabilità» [2].

Le Linee Guida considerano i soli servizi digitali (di seguito e-service) realizzati da una Pubblica Amministrazione per assicurare l’accesso ai propri dati e/o l’integrazione dei propri processi attraverso l’interazione dei suoi sistemi informatici con quelli dei fruitori.

Le Linee Guida contribuiscono alla definizione del Modello di Interoperabilità della PA (in breve ModI) relativamente agli e-service provvedendo a:

  • definire le modalità di integrazione tra le PA, e tra queste, cittadini e imprese, armonizzando le scelte architetturali di interoperabilità delle PA;
  • individuare le scelte tecnologiche che favoriscano lo sviluppo, da parte delle PA, cittadini e imprese, di soluzioni applicative innovative che semplifichino e abilitino l’utilizzo dei dati e dei servizi digitali;
  • promuovere l’adozione dell’approccio «API first» per favorire la separazione dei livelli di backend e frontend, con logiche aperte e standard pubblici che garantiscano ad altri attori, pubblici e privati, accessibilità e massima interoperabilità di dati e servizi digitali;
  • privilegiare standard tecnologici, de iure e de facto, che soddisfino l’esigenza di rendere sicure le interazioni tra le PA, e tra queste, cittadini e imprese;
  • favorire l’interazione tra PA, e tra queste, cittadini e imprese, attraverso un approccio Contract-First.

Il ModI è coerente con European Interoperability Framework (EIF) che fornisce orientamenti alle PA Europee su come operare le iniziative relative al tema dell’interoperabilità attraverso una serie di raccomandazioni atte a stabilire relazioni tra le varie organizzazioni, razionalizzare i processi volti a sostenere i servizi digitali e assicurare che le norme esistenti e quelle nuove non pregiudichino gli sforzi di interoperabilità [3].

Le Linee Guida affrontano il livello di interoperabilità tecnica prevista nell’EIF [4] relativamente agli Interoperable Digital Public Services.

Il ModI assicura l’adozione degli standard di interoperabilità mandatori individuati dalla Comunità Europea (ad esempio INfrastructure for SPatial InfoRmation in Europe [5]) e sostiene le iniziative di standardizzazione promosse dalla Commissione Europea (ad esempio Solution Architecture Template for e-Procurement [6], Solution Architecture Template for Open Data [7]).

[1]Cf. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?qid=1584086617794&uri=CELEX:52017DC0134
[2]Cf. https://www.agid.gov.it/sites/default/files/repository_files/upload_avvisi/linee_guida_passaggio_nuovo_modello_interoperabilita.pdf
[3]Cf. https://joinup.ec.europa.eu/collection/nifo-national-interoperability-framework-observatory/eif-european-interoperability-framework-0
[4]Cf. https://joinup.ec.europa.eu/collection/nifo-national-interoperability-framework-observatory/3-interoperability-layers#3.6
[5]Cf. https://joinup.ec.europa.eu/collection/inspire
[6]Cf. https://joinup.ec.europa.eu/solution/sat-e-procurement
[7]Cf. https://joinup.ec.europa.eu/solution/sat-open-data